Maestro d’ascia Giancarlo, maestri d’ascia i figli Roberto e Franco. Barche di legno e in misto legno e vetroresina. Barche da amatori e da intenditori, come Giovanni Trapattoni, ex allenatore della Nazionale, che 25 anni fa si fece costruire dal Cantiere navale di Giancarlo Cerulli un gozzo cabinato di mogano che è un bijoux da guardare, toccare e navigare.
E poi c’è il gozzo di Ernesto Bertarelli, l’industriale svizzero patron di “Alinghi” e vincitore di Coppa America. Anche lui ha casa all’Argentario e aveva un bel gozzo da restaurare: cosa che hanno fatto nel cantiere di Giancarlo Cerulli dove si costruiscono barche da cinquant’anni.
«Ormai alcune sono barche d’epoca – ci racconta Giancarlo – noi gli scafi li costruiamo (sono 25 i modelli in portfolio, dalle lancette di 5 metri fino a scafi di 13 metri, open e cabinati), ma facciamo anche restauri importanti, di un certo livello».
Poi ci sono i lavori di manutenzione e di carpenteria, anche per tante altre barche, comprese quelle da lavoro. Occorre personale qualificato per fare certi interventi che non solo non hanno nulla a che vedere con l’hi-tech, semplicemente non possono essere fatti attraverso soluzioni tecnologiche.
Costruire e ristrutturare una barca di legno è una sensazione unica, è qualcosa che, oltre alle capacità professionali, richiede dedizione, attenzione, pazienza e passione.
Un Maestro d’Ascia è in grado di descrivere ogni singola tavola che compone la barca che ha costruito, il tipo del legno, la stagionatura, la lavorazione. Può dedicare anche più di una settimana alla scelta del taglio di legname giusto per quella particolare barca ed ha con essa un rapporto che dura nel tempo anche molto dopo il suo varo.
Costruire, ma anche possedere, una barca di legno è passione per l’artigianato, rispetto per le tradizioni e, forse, anche un po di nostalgia per gli oggetti costruiti per durare nel tempo.